Un Mondiale di virtual cycling sotto l’egida UCI

Dopo due mesi e mezzo di lockdown, i virtual trainer sono diventati una vera e propria realtà di massa, destinata a non spegnersi con il progressivo ritorno alla normalità. Analisi su prospettive e opportunità di un nuovo fenomeno, con una provocazione: a quando il primo Mondiale di Virtual Cycling?

La fase acuta dell’emergenza potrà essersi conclusa, ma gli effetti della pandemia di COVID-19 nel nostro mondo si vedranno nel presente e soprattutto nel futuro prossimo. E anche il mondo dello sport non sarà esente da importanti evoluzioni.

In particolare, in Vitesse siamo attivi da quasi 30 anni nel mondo del ciclismo in veste di Ufficio Stampa, PR e Media Relations, organizzatori di eventi e digital strategist. Questa conoscenza profonda del settore di riferimento ci ha spinto a delle riflessioni su come il settore delle due ruote stia cambiando – visto dalle varie angolazioni – e abbiamo individuato 10 trend importanti che potrebbero consolidarsi nei prossimi mesi ed anni.

Eccoci ora arrivati al nono episodio:

Un Mondiale di virtual cycling sotto l’egida UCI

Il fenomeno degli eSport non è ormai più una novità, ma sono serviti due mesi e mezzo di lockdown per rendere i virtual trainer una vera realtà di massa. Zwift, Bkool, Rouvy e i loro fratelli hanno fatto da salvavita per chi senza pedalare proprio non sa stare, e hanno rappresentato la valvola di sfogo anche per team ed eventi per creare proposte alternative e generare valore in circostanze uniche.

Siamo convinti che il ciclismo virtuale non sia un fenomeno transitorio, anzi. Con l’alleggerimento del lockdown e le temperature più calde i ciclisti sono tornati all’esterno, ma sono tantissimi coloro che in questa fase hanno acquistato uno smart trainer, hanno preso conoscenza del potenziale e del divertimento che si può vivere sulle piattaforme virtuali. E, soprattutto se il problema del distanziamento dovesse ostacolare le competizioni amatoriali ancora per un po’ di tempo, si rivolgeranno nuovamente ad esse per provare il gusto della competizione. Per non parlare dell’inverno, quando la tentazione di fare un allenamento intenso (ma divertente) sui rulli si farà strada contro la prospettiva di un’uscita con l’abbigliamento lungo, magari sotto la pioggia.

Se la tendenza degli eSport in altri mondi sarà rispettata, non ci vorrà molto perché le aziende (e non soltanto) mettano a fuoco le opportunità di questa nuova piattaforma. E se c’è una tendenza chiara nella politica degli organi internazionali è la ricerca spinta di nuove basi critiche e di nicchie per risvegliare l’interesse degli sponsor, come ad esempio l’apertura verso un mondiale gravel UCI. Credete davvero che un mondiale di virtual cycling, magari in partnership con Zwift (il più popolare e il più “game” dei vari competitor), sia una prospettiva così remota? E no, non lo vincerà un professionista del ciclismo su strada…

Nel blog precedente abbiamo parlato di: 

Il taglio: stop al 15% degli eventi competitivi

(Clicca sull'immagine per leggere il blog)

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